L’Italia ‘regina’ nel riciclo dei rifiuti con il 72%, la media Ue è del 58%
Ma nel Rapporto degli Stati Generali della Green Economy ci sono luci e ombre
Italia ‘regina’ nel riciclo dei rifiuti, al 72%, sopra la media europea che invece si attesta al 58%. Lo dice il Rapporto presentato nel corso degli Stati Generali della Green Economy 2023, a Rimini. Il summit verde è organizzato alla fiera Ecomondo di Rimini dal Consiglio Nazionale della Green Economy, la rete di 68 organizzazioni di imprese promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile di Edo Ronchi. I dati positivi sul riciclo di tutti i rifiuti si riferisce al 2020.
Nel nostro Paese il tasso di utilizzo di materia proveniente dai rifiuti è diminuito al 18,4%, un buon livello rispetto alla media Ue. Anche la produttività delle risorse nel 2022 è ancora fra le migliori nell’Unione Europea, a 3,3 euro di Pil per Kg di risorsa consumata, ma è in calo rispetto ai 3,5 del 2019. Si segnalano, infine, nel 2023 rilevanti difficoltà nel mercato di alcune materie prime seconde, in particolare di quelle plastiche.
E se lo scenario sul riciclo porta l’Italia a trionfare, stesso discorso non può essere fatto per la green economy: secondo il Rapporto il nostro Paese arranca ancora. Le emissioni di gas serra sono aumentate del 2% dal 2019 al 2022. L’anno scorso l’energia rinnovabile è scesa dal 21% del fabbisogno nel 2021 al 19%. L’Italia è al 19esimo posto nella Ue per le aree protette di terra.
Aumentano le auto circolanti: poche le elettriche, per l’86% sono ancora benzina e diesel, sopra le medie dei paesi europei. Non solo. Dal 2015 al 2022 le emissioni nette di gas serra sono state ridotte solo del 4% e dal 2019 al 2022 sono aumentate del 2%. La riduzione delle emissioni in atto nella prima parte del 2023 – per ragioni climatiche e di rallentamento dell’economia – non basta ad allinearci con l’accelerazione richiesta dai target Ue.
Sul fronte delle rinnovabili qual è la situazione? Nel 2022 – dice il Rapporto – l’energia rinnovabile è diminuita dal 21% del 2021 al 19% del fabbisogno. Un trend molto lontano dal target del 40% al 2030. Nel 2022 le rinnovabili elettriche sono calate dal 41% del 2021 al 35,6% della richiesta. Sempre lo scorso anno sono stati installati 3 Gigawatt di nuovi impianti per rinnovabili elettriche: in aumento rispetto alla media molto bassa degli ultimi anni, ma con l’aumento in corso, l’Italia è ancora ben lontana dai 10/12 di Gw annui di nuove rinnovabili che servirebbero per mettersi al passo con i target europei al 2030.
Infine il grande tema della biodiversità, di cui l’Italia è ricca: nonostante questo patrimonio, la tutela del territorio riguarda solo il 21,4% del totale e solo il 6,9% del proprio mare, valori inferiori alla media della Ue del 26,4% e del 12,1%. Il monitoraggio delle aree protette ha evidenziato uno stato di conservazione sfavorevole del 54% della flora, del 53% della fauna e l’89% degli habitat terrestri tutelati dalla Direttiva Habitat.
L’iniziativa, nata nel 2012, è diventata ormai un punto di riferimento per migliaia di imprese e ha coinvolto tra il 2012 e il 2022 più di 9000 stakeholder. L’obiettivo degli Stati Generali è sviluppare, attraverso il metodo dell’elaborazione partecipata, una piattaforma programmatica per lo sviluppo di una green economy in Italia attraverso l’analisi dei potenziali positivi, degli ostacoli, nonché delle politiche e delle misure necessarie per migliorare la qualità ecologica dei settori strategici. Anche la Commissione europea, nel Riesame dell’attuazione delle politiche ambientali del 2017 e 2019, ha incluso gli Stati Generali della Green Economy e il Consiglio nazionale della Green Economy fra le misure a sostegno della transizione verso un’economia circolare e la green economy.