Refashion: il recupero di capi di abbigliamento diventa tendenza, dalle scarpe vegane ai prototipi in 3D
Italia virtuosa nel riciclo dei rifiuti, e la Francia introduce il bonus riparazione
La Francia ha introdotto il bonus rammendo per far riparare ai cittadini scarpe e vestiti e combattere gli sprechi nel settore tessile. Negli Stati Uniti la tendenza di recuperare capi è diventata addirittura un appuntamento newyorkese chiamato ‘ReFashion Week’. La circolarità in passerella. La tendenza si chiama refashion appunto, e punta al recupero di un capo di qualche anno addietro, rimodernandolo o dandogli nuova vita dopo un cambio taglia. Obiettivo: ripensare il guardaroba in ottica circolare.
E in Italia? I corsi in fashion and Textile Design sono innumerevoli, e sono sempre di più le aziende di settore che strizzano l’occhio alla sostenibilità. Storie virtuose raccolte dalla Fondazione Symbola e Enel, che riguardano il mondo del fashion. La mappa delle ‘100 Italian Circular Economy Stories’ racconta un Made in Italy che guarda alla qualità e all’innovazione in chiave circolare. Tra le tante aziende appunto, ci sono quelle dedicate alla moda e al tessile. Il dato che emerge è che l’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti che supera il 70% superando la media UE.
Sfilano così in passerella scarpe vegane – come quelle di ACBC – create con materiali come poliestere riciclato, scarti della produzione delle mele del Tirolo o uve provenienti dall’industria vinicola italiana. Dall’unione dell’eco-design alle tecnologie 4.0 nascono invece capi e calzature prodotte grazie all’uso di software di progettazione avanzati e stampanti 3D. Hoc Lab Tech tramite un sistema brevettato, trasferisce il modello direttamente su carta, a grandezza naturale e ad alta definizione. In questo modo, la fase di prototipazione è più efficiente e senza sprechi.
C’è la Manteco, azienda tessile nata nel 1941, specializzata nel riciclo di vecchi capi di abbigliamento dismessi e coperte militari lasciate in eredità dalla guerra, e Atelier Riforma che, in circa un anno e mezzo, ha raccolto oltre 8mila capi, salvandoli dalla discarica. E c’è chi come DressYouCan, è tra i maggiori protagonisti italiani nel noleggio di abiti per ogni occasione, dall’abito da sposa alle serate di gala, fino a vestiti per lo sport. Persino Ferragamo ha dato vita a sperimentazioni ecosostenibili: il prodotto testimonial di questa nuova vision è l’iconica Top Handle bag realizzata in sughero, lino e poliestere riciclato in occasione della Giornata della Terra 2021.
Insomma, sono molte le storie virtuose di chi punta a produrre meno rifiuti e abbattere il consumismo. La Francia ha introdotto addirittura il ‘bonus réparation’, un’agevolazione per spingere i cittadini a rammendare indumenti e accessori invece di buttarli via. Un’agevolazione che rientra nell’ambito della legge anti-spreco per un’economia circolare (Loi Agec) e segue la scia del bonus – sempre d’Oltralpe – per riparare elettrodomestici e dispositivi tecnologici.