E-PoSa, lo strumento non invasivo per il campionamento dei pollini
Ideato da un gruppo di biologi dell’Università Bicocca tra i progetti MUSA Spoke1
Un nuovo strumento non invasivo per il campionamento dei pollini. Il dispositivo, E-PoSa (Electronic Pollen Sampler), si basa sull’utilizzo di un aspiratore portatile disponibile in commercio appositamente adattato a questo scopo e consente la raccolta di granuli di polline altamente puri direttamente dal fiore in modo non distruttivo. A idearlo e testarlo un gruppo di biologi dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, all’interno dei progetti MUSA Spoke1.
Emiliano Pioltelli, Luca Campone, Luca Tonietti e Andrea Galimberti hanno raccolto le idee e progettato la metodologia; oltre a Pioltelli hanno raccolto i dati Lorenzo Guzzetti e Andrea Copetta (Pioltelli e Guzzetti hanno poi analizzato i dati). Infine, Pioltelli, Guzzetti, Paolo Biella e Andrea Galimberti hanno guidato la stesura del manoscritto. Tutti gli autori hanno contribuito criticamente alla bozza e hanno dato la loro approvazione finale per la pubblicazione.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Methods in Ecology and Evolution ha dato vita a uno strumento che facilita il processo di raccolta dei pollini. Alcuni metodi di raccolta prevedono l’estrazione delle antere, gli organi florali che contengono il polline, e una successiva lavorazione per recuperare e isolare il polline. Questo procedimento però può causare delle alterazioni e dei bias nella caratterizzazione nutrizionale; altri metodi invece risolvono questo aspetto, ma al prezzo di una procedura più complessa e lunga in termini di tempo. E-PoSa è un piccolo aspirapolvere portatile, per uso domestico, a cui sono stati applicati degli accorgimenti tecnici e dei filtri.
È stato testato e funziona con molteplici benefici: in primo luogo garantisce una maggiore immediatezza, cioè si può campionare direttamente su campo in maniera non distruttiva e ottenere una provetta disponibile subito per l’analisi. In secondo luogo, gli studi scientifici attualmente utilizzano tecniche di raccolta diverse, il che rende più difficile fare analisi comparative, oltre alla difficoltà di fornire un output omogeneo agli stakeholder, che possono essere per esempio Parchi naturali interessati alla conservazione degli impollinatori. Lo strumento creato potrebbe portare ad una standardizzazione dei metodi di raccolta e inoltre si presta a un facile utilizzo. Può essere impiegabile anche da personale non qualificato e ciò lo rende perfetto per progetti di citizen science in cui coinvolgere la cittadinanza per sensibilizzarla al rispetto della biodiversità.