Green bond: arriva l’Eugbs, quali regole per ottenere la certificazione comunitaria

Giro di vite contro i tentativi di greenwashing

Arriva l’European green bond standard (Eugbs), un regolamento che detta le linee guida per ottenere il bollino comunitario di green bond. Una procedura che non è al momento obbligatoria, dunque nessun vincolo è previsto per chi aderirà, ma che segna una nuova linea di demarcazione: più trasparenza agli occhi dei piccoli investitori e giro di vite contro i tentativi di greenwashing. 

Intanto questo insieme di regole dovranno essere rispettate dagli emittenti – che siano soggetti pubblici o privati, amministrazioni locali, nazionali o sovranazionali – per ottenere la certificazione. Il nuovo standard introduce – tra le altre cose – passaggi come la registrazione e la vigilanza di revisori esterni a livello nazionale, con le autorità competenti degli Stati membri incaricate di effettuare le verifiche.

Inoltre, tra le indicazioni previste dal regolamento che introduce lo standard, l’85% dei proventi dei green bond emessi con lo standard Eugb dovranno essere investiti in attività economiche allineate alla tassonomia Ue, cioè il documento comunitario che definisce gli investimenti eleggibili come sostenibili dal punto di vista ambientale. Non si parte subito a regime, perché l’obiettivo è trovare soluzioni condivise tra le posizioni sullo sviluppo green di tutti gli Stati membri.

Fino a prima dell’approvazione del regolamento non esisteva uno standard internazionale per la certificazione dei green bond. Spesso l’etichetta di obbligazione verde veniva assegnata dallo stesso emittente o da una società da lui designata, in un passaggio molto poco trasparente.

Il regolamento esclude il finanziamento di “prospezione, estrazione, produzione, trasformazione, stoccaggio, raffinazione o distribuzione, compreso il trasporto, e il commercio” di combustibili fossili. Possono essere invece inclusi nel portafoglio movimenti di fondi che finanzino la produzione di energia elettrica da combustibili fossili, la cogenerazione di calore/freddo ed energia elettrica da combustibili fossili o la produzione di calore/freddo a partire da combustibili fossili, ma solo se in linea con il criterio di “non arrecare un danno significativo” alla tassonomia.

Proposto nel luglio del 2021 nell’ambito della strategia Ue per la finanza sostenibile e concordato da Europarlamento e Consiglio Ue lo scorso marzo, il regolamento andrà a favorire il mercato delle obbligazioni verdi che in Europa; dal 2007, ha avuto una crescita esponenziale. L’emissione annuale di green bond nel 2021 ha superato per la prima volta il valore di 500 miliardi di euro, un aumento del 75% rispetto al 2020.