Innovazione, collaborazione e interdisciplinarità. Ecco la visione di MUSA per i prossimi anni
Si è concluso il Terzo General Meeting di MUSA, ma molte domande e temi rimangono ancora aperti, in particolare su come i progetti MUSA possano incarnare un modello di interoperabilità, nel quale si lavora insieme per il futuro della scienza. Per questo motivo, ci siamo rivolti a Giovanna Iannantuoni, presidente di MUSA nonché Rettrice dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, per chiedere come possiamo rompere i confini tra atenei, istituzioni, mondo della ricerca e imprese.
Secondo Iannantuoni, “l’idea è quella che abbiamo potuto vedere durante questo General Meeting. I progetti presentati sono fatti da ricercatori e scienziati con un’ottica sia multidisciplinare che ‘interateneo’, cioè un’ottica in cui si lavora tutti insieme, privati compresi, che per noi sono fondamentali per lo sviluppo del Paese e per il futuro della scienza. La scienza deve appunto essere multidisciplinare e sempre più allargata, dove si studiano temi come quello della rigenerazione urbana, digitalizzazione, efficientamento energetico e smart city, in una visione che permetta di focalizzarci su come cambiare l’approccio disciplinare ormai antico che ci portiamo dietro. Questa giornata rappresenta un tentativo di cambiare innanzitutto il modo in cui pensiamo la scienza e il modo in cui costruiamo ponti scientifici e culturali per il futuro“.
Infine, abbiamo chiesto alla presidente come immagina MUSA tra 10 anni. Per Iannantuoni, questa deve essere “una startup che ormai è diventata solida e in grado di camminare con le proprie gambe, sicuramente internazionale, legata agli atenei ma anche a enti privati, che ha saputo comprendere come la replicabilità di alcune azioni, come quella delle piazze in Bicocca che sono in fase di realizzazione, possano essere riprodotte in altre città e altri luoghi intorno al mondo. Temi come la povertà educativa o la tracciabilità dei beni di lusso possono rappresentare degli effetti significativi sul mondo economico“.