Un nuovo strumento ecologico per rilevare stressori chimici e fisici attraverso l'analisi del comportamento gregario negli isopodi terrestri
Il team di ricercatori del progetto MUSA Spoke 1 ha presentato i risultati di uno studio innovativo intitolato Disaggregation behavior in the terrestrial isopod Porcellionides pruinosus as a new ecotoxicological endpoint for assessing infochemical disrupting activity. Il gruppo ha sviluppato un nuovo biosensore capace di determinare rapidamente e a costi contenuti la presenza di elementi di disturbo, principalmente stressori chimici e fisici, nel suolo. Questo strumento si avvale di due indici ecologici integrati per quantificare le alterazioni nel comportamento gregario degli isopodi terrestri, offrendo una valutazione efficace dello stato di salute degli ecosistemi terrestri.
Il team di ricerca include il dottor Lorenzo Federico e la professoressa Sara Villa del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, insieme alla professoressa Gianna Serafina Monti del Dipartimento di Economia, Management e Statistica della stessa università, e alla professoressa Susana Loureiro del Centro di Studi Ambientali e Marini e del Dipartimento di Biologia dell’Università di Aveiro.
Come si legge nella pubblicazione: “Negli ultimi anni, si è osservato un notevole aumento dell’interesse verso l’impatto dei contaminanti e dei fattori di stress sulla dinamica delle popolazioni del suolo, in linea con il paradigma ecotossicologico sviluppato nello studio dello stress ecologico. Pertanto, comprendere i tratti etologici associati alla migrazione o alla comunicazione delle popolazioni edafiche, così come gli effetti dei contaminanti e dei molteplici stressori sulla loro nicchia ecologica, contribuisce a migliorare il realismo ecologico nel quadro della valutazione del rischio ecotossicologico”.
Lo studio introduce un nuovo endpoint ecotossicologico legato all’effetto di disaggregazione, che consente di rilevare rapidamente la presenza di sostanze chimiche che interferiscono con la comunicazione intraspecifica e influenzano il comportamento di evitamento. La quantificazione dell’indice di disaggregazione (DI) e della disaggregazione in gruppi (DG) ha permesso di determinare valori di EC50 utili nel contesto normativo. Lo studio ha dimostrato come l’esposizione a determinati contaminanti induca gli isopodi terrestri a migrare verso il suolo di controllo, mantenendo l’aggregazione entro un determinato intervallo di concentrazioni, mentre concentrazioni più elevate provocano un comportamento di disaggregazione.
Studi futuri si concentreranno sulla comprensione dei potenziali meccanismi molecolari alla base dell’effetto di disaggregazione negli individui di Porcellionides pruinosus, al fine di confermare l’alterazione del comportamento gregario indotta dalla contaminazione del suolo.