Gravidanza più serena grazie al monitoraggio personalizzato. Il futuro della telemedicina applicata alla salute materno-fetale
Il progetto “Monitoring of maternal and fetal well-being during pregnancy: towards a wearable and telehealth system with AI based solutions and biosignal analysis“, sviluppato in ambito MUSA, si concentra sul monitoraggio del benessere materno-fetale e sull’analisi della variabilità cardiaca fetale, ovvero la serie delle distanze temporali tra battiti cardiaci successivi.
Il progetto mira a utilizzare i dati raccolti durante gli ultimi anni di studi per sviluppare tecnologie da applicare in un monitoraggio domiciliare non invasivo. Questa è una delle poche misurazioni non invasive, eseguibile anche in autonomia dalla gestante, che fornisce indicazioni sul modello di neurosviluppo e sulla presenza di possibili patologie.
“Le gravidanze ad alto rischio sono purtroppo moltissime, una buona parte viene quindi seguita attraverso questo tipo di esame che attualmente deve essere fatto in ospedale, eseguito da un ostetrico e che richiede tra la mezz’ora e l’ora di registrazione. Un test piuttosto impegnativo che ha un impatto sul Sistema Sanitario Nazionale e che potrebbe essere ridotto se la gestante potesse farlo in autonomia nella sua abitazione, verosimilmente con una visione migliore grazie a un monitoraggio deospedalizzato”, spiega Giulio Steyde, tra gli sviluppatori del progetto.
Le opzioni di post-analisi che i progettisti stanno sviluppando sono due, ovvero mostrare alla gestante il risultato e darle la possibilità di intervenire oppure lasciare che il dispositivo invii un allarme al medico. Questi due tipi di scelte possono evitare di creare stress e alleggerire la gravidanza dal carico emotivo negativo.
Esistono varie tecnologie che permettono di acquisire il segnale di variabilità cardiaca, come l’elettrocardiogramma o il doppler ultrasuoni, che consentono di ottenere un segnale il più possibile pulito, ma anche l’analisi di questo segnale, ovvero cosa è possibile dedurne. Questo segnale può chiaramente anche indicare eventuali complicazioni, per esempio se il feto non sta ricevendo il giusto quantitativo di nutrienti tramite la placenta, ha quindi una funzione preventiva e di identificazione di situazioni a rischio.