La professoressa Maddalena Buffoli, intervenuta all’Expo 2025 di Osaka, racconta il ruolo strategico delle università nella rigenerazione urbana, tra salute, ambiente e nuove sinergie accademiche promosse da MUSA
Durante la seconda giornata del workshop internazionale “4UniverCity Futures – The City of the Future: Designing and Transforming University Neighborhoods”, ospitato presso il Padiglione Italia di Expo 2025 Osaka, la professoressa Maddalena Buffoli, docente di Igiene Ambientale e Tecnologie per l’Igiene Edilizia al Politecnico di Milano, ha portato un contributo significativo sul tema “Le Università come Motori della Trasformazione Urbana”.
Nel suo intervento, Buffoli ha voluto subito chiarire l’approccio interdisciplinare del suo lavoro: “Come docente del Politecnico di Milano faccio parte di un team multidisciplinare che si occupa di salute in rapporto all’ambiente e alla scala urbana della città. Studiamo come il progetto architettonico e urbanistico possa incidere sulla salute fisica, sociale e psicologica delle persone, e come possa indurre stili di vita più sani. L’obiettivo non è solo la tutela, ma anche la promozione attiva della salute.”
In un mondo sempre più urbanizzato, la professoressa Buffoli ribadisce un concetto chiave: la città del futuro si costruisce oggi, e le università possono e devono essere laboratori viventi di trasformazione urbana. Secondo Buffoli, le università non solo possono ma devono giocare un ruolo strategico nella rigenerazione. È il caso del Politecnico di Milano, che da circa dieci anni è protagonista di progetti di trasformazione urbana in grado di innescare processi virtuosi legati alla sostenibilità ambientale, alla mitigazione dei cambiamenti climatici e al miglioramento della salute dei cittadini. “Non si tratta solo di interventi circoscritti all’area del campus – ha spiegato – ma di azioni che hanno un impatto più ampio, urbano, con ricadute evidenti sul tessuto sociale e ambientale milanese”.
Nel corso dell’evento, la professoressa ha posto l’attenzione su come oggi le città universitarie si trovino ad affrontare una serie di fattori di rischio ambientali e sociali: dall’inquinamento dell’aria all’inattività fisica, dall’isolamento sociale alle conseguenze del cambiamento climatico. Questi elementi incidono in modo significativo sulla qualità della vita e sulla salute pubblica. “Abbiamo contesti urbani molto attrattivi, ma anche problematiche complesse. È fondamentale ripensare questi spazi: le università possono trasformare intere porzioni di città, rendendole più sane, inclusive e sostenibili” afferma Buffoli.
Un esempio concreto è rappresentato dal progetto in corso sul Campus Bovisa, che coinvolge anche lo studio di Renzo Piano, e prevede non solo il recupero di edifici esistenti ma anche la realizzazione di una grande area di foresta urbana. Un intervento che unisce innovazione architettonica e attenzione alla salute ambientale.
L’esperienza all’Expo è stata per Buffoli un’occasione di confronto e collaborazione internazionale: “È stato estremamente stimolante trovarsi in un contesto così globale, confrontarsi con le altre università coinvolte nel progetto MUSA e lavorare insieme su obiettivi strategici comuni. MUSA sta creando una rete di sinergie importanti, e la presenza all’Expo ha dato ulteriore forza e visibilità al nostro lavoro”.