Secondo il report “Design Economy 2023” il 15% delle imprese è sotto la Madunina
La Capitale del design italiano è Milano, traino per l’economia di settore a livello nazionale che conta 30mila imprese, al top in Europa. Il capoluogo lombardo è infatti capace di raggiungere il 18% del valore aggiunto sul territorio nazionale, e sotto la Madunina si concentra il 15% delle imprese del comparto. Lo certifica il report “Design Economy 2023” presentato da Fondazione Symbola, Deloitte Private e POLI.design. A giocare un ruolo chiave anche il fatto che Milano è sede del Salone del Mobile e del Fuorisalone, tra le più grandi manifestazioni al mondo dedicate al design.
DOPO MILANO SI PIAZZANO ROMA E TORINO. Una tendenza che fa il paio con quella generale, visto che le imprese e i professionisti del design svolgono le loro attività prevalentemente nei centri metropolitani, dove hanno la possibilità di godere di una maggiore visibilità nazionale e internazionale. Infatti, quattro su dieci realtà del distretto operano all’estero (44%, 8,9% extra EU), mentre la restante quota è attiva soprattutto a livello nazionale (45%) o, in minor parte, solo su scala locale (10,8%). Dopo il capoluogo meneghino si piazzano Roma, con un valore aggiunto del 6,7% e una concentrazione di aziende che superano di poco il 5 per cento, e Torino che raccoglie il 7,8% ma ha un valore aggiunto inferiore alla Capitale (5%). Milano è soprattutto traino per l’area del centro Nord: le imprese si distribuiscono su tutto il territorio nazionale, ma con una particolare concentrazione nelle aree di specializzazione del Made in Italy e nelle regioni Lombardia, Piemonte, Emilia – Romagna e Veneto, dove si localizza il 60% delle imprese.
SOSTENIBILITA’ COME MOTORE DELLA CRESCITA. Il design ha tenuto anche alla crisi economica che ha colpito molti comparti. Le imprese del settore Made in Italy hanno infatti dimostrato grande forza e capacità di trasformazione in questi anni complessi, segnati dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e dall’inflazione che ne è derivata. Nonostante uno scenario così complesso, l’Italia si conferma il Paese europeo con il maggior numero di imprese attive in questo ambito, complice la vision che mira a valorizzare la sostenibilità come motore della crescita. Il design sembra abbracciare a pieno le sfide della transizione ecologica. È un cambiamento nel quale il design può giocare un ruolo cruciale. Se la maggioranza dei progettisti e delle imprese di settore si sente complessivamente preparato sul tema, dichiarando competenze di alto (33,9%) e medio livello (55,1%), l’offerta per la sostenibilità attualmente si concentra sulla durabilità (57,6%) e in seconda battuta sulla riduzione dell’impiego di materie prime ed energia (43,4%).
L’ARREDO FIORE ALL’OCCHIELLO DEL SETTORE CON OLTRE IL 70% DI IMPRESE. Il punto d’incontro tra domanda e offerta dei servizi di design si concretizza già oggi nella progettazione con materie prime più sostenibili e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse, individuate come principali priorità a cui il design è chiamato a rispondere in ambito sostenibilità dalle imprese e i progettisti intervistati nello studio che operano in tali ambiti. Tra i settori che trainano la domanda di servizi di design sostenibile ci sono soprattutto i comparti del Made In Italy. A primeggiare c’è il settore arredo (70%), seguito dall’automotive (56%), dall’immobiliare – ceramiche, pavimenti, fino agli elementi strutturali – (38%), dall’abbigliamento (30%) e dall’agroalimentare (13,3%).
LA FORMAZIONE, AUMENTANO ISTITUTI DEL 12%. Di pari passo, sempre maggiore importanza viene data alla formazione italiana nell’ambito del Design. Rispetto al 2022, cresce del 4% il numero di corsi accreditati e attivati e del 12% il numero degli istituti, in particolare nel caso delle Università e degli Altri Istituti autorizzati a rilasciare titoli AFAM. A crescere non sono solo gli istituti ma anche la domanda e il numero degli studenti pari a 14.907, cioè il 3,87% in più rispetto al precedente anno accademico. Il sistema formativo è distribuito lungo tutto il Paese, ben 91 realtà accreditate dal Ministero dell’Istruzione: 28 Università, 16 Accademie delle Belle Arti, 15 Accademie Legalmente Riconosciute, 26 Istituti privati autorizzati a rilasciare titoli AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale) e 6 ISIA (Istituti Superiori per Industrie Artistiche). Per un totale di 303 corsi di studio, distribuiti in vari livelli formativi e in diverse aree di specializzazione. Ne fanno parte punte di eccellenza come il Politecnico di Milano, l’Istituto Europeo di Design (IED) e la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA).