Nell'intervista, il Coordinatore scientifico di MUSA, Salvatore Torrisi, parla del doppio appuntamento del 3 dicembre a Milano-Bicocca e del 4 dicembre al Palazzo Reale, raccontando l’eredità scientifica e sociale del progetto: dai Living Lab ai Joint Lab con le imprese, dall’inclusione digitale alle tecnologie per la sostenibilità, fino alle nuove traiettorie che guideranno il futuro dell’ecosistema One Health.

A tre anni dall’avvio di MUSA,  il progetto entra in una fase cruciale di restituzione e rilancio.

Il 3 dicembre all’Università di Milano-Bicocca e il 4 dicembre al Palazzo Reale, le “Due Giornate MUSA” offriranno un quadro completo del lavoro svolto negli Spoke, delle innovazioni prodotte, degli impatti generati e delle traiettorie future dell’ecosistema dedicato all’innovazione sostenibile. A introdurre i lavori sarà il Coordinatore Scientifico di MUSA, Salvatore Torrisi, che nei giorni scorsi ha raccontato contenuti e significati dell’appuntamento.

Durante le due giornate, la sessione centrale dedicata agli Spoke sarà introdotta da Torrisi e articolata attraverso la voce dei capi Spoke. Ciascuno di loro presenterà la visione e i risultati del proprio ambito, per poi lasciare spazio ai giovani ricercatori e alle giovani ricercatrici che hanno svolto la ricerca sul campo. “Avremo tra le dodici e le diciotto presentazioni – spiega Torrisi – a testimonianza della ricchezza di linee progettuali e sperimentazioni nate e cresciute all’interno di MUSA”. Un modo per restituire la profondità del lavoro svolto e valorizzare il contributo delle nuove generazioni di scienziati e innovatori.

Fin dall’inizio MUSA si è fondato sulla visione One-Health, che integra salute delle persone, degli animali e dell’ambiente. “Il nostro obiettivo – sottolinea Torrisi – è stato proporre modelli e innovazioni replicabili anche oltre la Lombardia”. Questa impostazione ha guidato tutte le attività, sia quelle più vicine allo sviluppo tecnologico, molte delle quali hanno raggiunto alti livelli di maturità (TRL), sia quelle rivolte al benessere sociale e alla riduzione delle disuguaglianze.

Tra le eredità più significative dei tre anni di progetto, Torrisi indica i Living Lab e i Joint Lab. I Living Lab – dedicati a temi come biodiversità, qualità dell’aria, mobilità sostenibile e sicurezza stradale – hanno coinvolto direttamente cittadini e territori, traducendo la ricerca in sperimentazioni di pubblica utilità. I Joint Lab, invece, hanno rappresentato un ponte stabile tra università e imprese, rafforzando il tessuto dell’innovazione industriale. Tra i partner coinvolti: Leonardo, Huawei, Infineon, ENI, Pirelli, Edison, fino alla Città Metropolitana di Milano.

“Abbiamo lavorato con attori pubblici e privati in una logica di collaborazione continua – evidenzia Torrisi – che oggi consente di offrire servizi più efficaci, come nel caso dei modelli per le autorizzazioni geotermiche sviluppati con gli enti territoriali”.

MUSA ha operato anche sul fronte dell’innovazione sociale, in collaborazione con il Comune di Milano e numerose realtà del Terzo Settore, da Children Emergency a Human People to People. Sono nati così diversi Social Inclusion Hub dedicati alla riduzione di fragilità e disuguaglianze, con interventi su abbandono scolastico, inclusione delle famiglie migranti e competenze digitali dei minori. Tra i risultati citati da Torrisi c’è il Digital Education Pact, un modello di corresponsabilità educativa tra famiglie e istituzioni che oggi è riferimento a livello nazionale.

Un altro fronte chiave è quello della circolarità applicata alla produzione e alla distribuzione, con un focus particolare su settori strategici come moda e design. Il Milano Circularity Framework sviluppato da MUSA si fonda sulle tre parole chiave reduce, recover, reuse e su un set di 274 indicatori di performance, poi sintetizzati in un sistema più snello ma altamente operativo. “Abbiamo lavorato insieme a imprese e attori del settore – aggiunge Torrisi – per ripensare progettazione, filiere, consapevolezza dei consumatori. Un lavoro arricchito anche da hackathon e laboratori sperimentali, come il mini-lab del Politecnico di Milano sulla circolarità nel tessile”.

Uno degli effetti più rilevanti del progetto riguarda la formazione dei ricercatori. “In MUSA hanno lavorato circa mille persone – spiega Torrisi – di cui quasi 300 con contratti dedicati al progetto. Molti di loro stanno già entrando nelle imprese con cui abbiamo collaborato. Un risultato che consolida la missione di MUSA di favorire il trasferimento delle conoscenze verso il tessuto produttivo e la pubblica amministrazione.

“L’impatto di MUSA – conclude Torrisi – è tecnico, sociale, culturale. Ma è anche un impatto di futuro: quello che i nostri ricercatori porteranno nelle imprese, nelle istituzioni, nella società”.

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