Maturità digitale: 32 le città ‘promosse’ per servizi, piattaforme e open data 

Da Trento a Catania l’indagine presentata a Forum Pa, si riduce il gap Nord Sud 

 

Il percorso delle città italiane verso la maturità digitale, tra servizi offerti, piattaforme e open data, procede spedito. Nel 2023, 32 Comuni capoluogo sono stati ‘promossi’. Grandi realtà metropolitane ma anche centri più piccoli. Da Milano e Roma a Arezzo e Rimini, il panorama è variegato. Lo rivela l’Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo svolta da FPA per Deda Next, presentata al Forum Pa del 2023.

Protagoniste sono comunque le città di medie dimensioni. Tra i 32 Comuni ad alto livello digitale, 13 hanno una popolazione compresa tra i 100mila e i 250mila abitanti, 8 tra 50mila e 100mila abitanti. A queste si aggiungono 7 grandi città con più di 250mila abitanti e 4 piccole (meno di 50mila abitanti).  

Anche le differenze geografiche non sembrano essere un ostacolo: il gap Nord Sud si sta progressivamente accorciando. Tra le magnifiche 32 in fascia alta compaiono solo due realtà del Mezzogiorno (a fronte di 21 settentrionali e 9 del Centro), ma quelle del Sud sono la maggioranza relativa nella fascia medio-alta (22 su 52). Il Nord risulta essere sempre in vantaggio, con Bergamo, Brescia, Milano, Cremona, Ferrara, Genova, Lecco, Lodi. Ma anche Trento, Monza, Mantova. Scendendo al Centro dello stivale svettano in classifica Perugia, Roma, Rimini. E ancora, il Mezzogiorno vede brillare Lecce e Catania.   

Le metriche di rilevazione, la sfida degli Open Data

L’indagine analizza il grado di maturità digitale dei 110 comuni italiani capoluogo sulla base di tre dimensioni: Digital public services, il livello di disponibilità online di 20 tra i principali servizi al cittadino e alle imprese; Digital PA, l’integrazione dei Comuni con le principali piattaforme abilitanti individuate dal Piano triennale per l’informatica pubblica (SPID, CIE, PagoPA, AppIO); Digital Openness, che misura il grado di apertura delle amministrazioni comunali in termini di  numerosità e interoperabilità degli Open Data, e il livello di  comunicazione con i cittadini attraverso i canali social.  

Soprattutto sul fronte Digital Openess, cresce la sensibilità dei Comuni capoluogo. Sono 71 le città che rendono disponibili dati in formato aperto sui propri portali o sulle piattaforme regionali dedicate agli Open Data, per oltre 16.600 dataset pubblicati (+5,2%). Tra questi, 47 alimentano il catalogo nazionale dati.gov.it per via diretta o intermediata dalle Regioni, e 14 città hanno federato il proprio catalogo con il portale nazionale, registrando i livelli più alti di conformità.  

La Missione 1, il 98% dei Comuni ha ottenuto un finanziamento

La ricerca è basata sul modello Ca.Re (Cambiamento Realizzato) di Deda Next, rivisto nei suoi indicatori per allineare le metriche di rilevazione al raggiungimento dei target quantitativi della Missione 1, Componente 1 del PNRR, dedicata a Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA (M1C1). Il 2023 è infatti l’anno dell’avvio effettivo dei progetti per la digitalizzazione degli enti locali nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con il 98% dei Comuni che ha ottenuto almeno un finanziamento nelle diverse misure attivate da PA Digitale 2026, per poco meno di 1,9 miliardi di euro di risorse assegnate. E ora inizia la sfida dell’attuazione.   

I tassi di adesione maggiori si registrano soprattutto nella migrazione in cloud, con oltre 691 milioni di euro attributi a un totale di 7.355 Comuni (il 93,1%), e nel miglioramento dei servizi digitali, con oltre 774 milioni assegnati a 6.596 Comuni (83,5%). Se si guarda ai soli capoluoghi, tutti i 110 hanno ottenuto un finanziamento per la migrazione in cloud, 103 per il miglioramento dell’esperienza del cittadino.

Il 70,8% dei Comuni italiani ha ottenuto un finanziamento per completare l’adozione di SPID e CIE, il 65% per l’onboardingdei servizi sull’app IO e il 54,5% per l’integrazione dei propri servizi di pagamento su pagoPA, il 63,3% per l’adesione alla nuova Piattaforma notifiche digitali, il 51,2% per lo sviluppo di API sulla PDND. 

Foto di Rina Ciampolillo da Forum PA