Il ricercatore dell’Università degli Studi di Milano presenta a Berlino un innovativo approccio per integrare le esperienze psicologiche delle persone nella progettazione urbana, tra mappe emozionali e tecnologie digitali

Marco Boffi, docente e ricercatore dell’Università degli Studi di Milano, sarà tra i protagonisti della Berlin Science Week con il progetto exp-EIA, un metodo innovativo che unisce psicologia e pianificazione urbana. “Faccio parte di un gruppo di psicologia ambientale – spiega Boffi – cioè quella parte della psicologia che studia la relazione tra le persone e gli ambienti, e in particolare gli effetti psicologici che questi producono”.

Da anni, il gruppo di Boffi collabora con Banda Rapida, un team di architetti e pianificatori del Politecnico di Milano. Insieme hanno sviluppato strumenti digitali che consentono di raccogliere e rappresentare dati sull’esperienza soggettiva delle persone negli spazi urbani, misurando emozioni, percezione estetica e senso di appartenenza ai quartieri.

L’aspetto più innovativo del progetto, tutelato anche da brevetti, è la capacità di spazializzare le informazioni raccolte, creando vere e proprie “geografie psicologiche dei luoghi. “Non ci limitiamo a un’analisi astratta delle reazioni delle persone – racconta Boffi – ma costruiamo mappe che mostrano visivamente le emozioni associate a specifici punti di un quartiere. Questo rende i risultati più comprensibili e utili non solo per i ricercatori, ma anche per amministratori pubblici, progettisti e cittadini”.

Queste mappe permettono di individuare, dal punto di vista soggettivo, i punti di forza e di debolezza di un’area urbana, offrendo così un supporto prezioso alle decisioni progettuali e alle politiche di rigenerazione territoriale.

Il progetto che Boffi porterà a Berlino si chiama exp-EIA, un nome che gioca sull’acronimo inglese EIA (Environmental Impact Assessment), la tradizionale “Valutazione di Impatto Ambientale”. “Noi – spiega – abbiamo aggiunto “exp”, che sta per experience, per introdurre la dimensione esperienziale. L’idea è integrare nei processi di valutazione non solo dati ambientali e socio-demografici, ma anche le esperienze psicologiche vissute dalle persone nei luoghi”.

Il metodo exp-EIA si fonda su due brevetti che consentono di rappresentare spazialmente gli aspetti soggettivi dell’esperienza. Il sistema può essere applicato attraverso diversi strumenti, tra cui una piattaforma web – sviluppata all’interno del progetto MUSA in collaborazione con il Politecnico di Milano – che permette di esplorare virtualmente gli spazi e valutare le proprie percezioni, e un’app mobile che consente di fare lo stesso camminando fisicamente in un luogo.

Un’altra innovazione sviluppata nel progetto MUSA è il “Tavolo Luminoso , una superficie interattiva che consente di visualizzare i dati psicologici in tempo reale, proiettandoli digitalmente sul modello fisico di un’area urbana. “A Berlino – spiega Boffi – non porteremo il tavolo fisicamente, ma mostreremo dei video che illustrano come funziona. L’obiettivo è permettere ai partecipanti di sperimentare in prima persona gli strumenti e vedere come le esperienze individuali possono confluire in una rappresentazione collettiva”.

Attraverso il metodo exp-EIA, Boffi e il suo gruppo intendono avvicinare le scienze psicologiche alla pianificazione urbana, aiutando a comprendere come le persone vivono realmente gli spazi. “Analizzando i dati in tempo reale – conclude – possiamo mostrare come le esperienze di ciascuno contribuiscano a costruire una mappa condivisa, che aiuta a immedesimarsi nei bisogni altrui e a prendere decisioni più consapevoli e inclusive”.

Il progetto exp-EIA rappresenta così un passo avanti verso una città più empatica e partecipata, dove la progettazione non si basa solo su dati tecnici, ma anche sull’esperienza umana di chi quegli spazi li vive ogni giorno.