Dalle tecnologie per la Space economy alle sfide post-PNRR: come il Deep Tech può diventare valore industriale.

L’avvicinarsi dell’appuntamento del 3 e 4 dicembre offre l’occasione per approfondire uno dei tre temi centrali delle sessioni parallele di MUSA: il Deep Tech. A guidare questa sessione sarà il professor Paolo Milani, Direttore del Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Milano, che nell’intervista racconta quali tecnologie sviluppate nell’ecosistema sono pronte per diventare casi di successo industriale, come sta evolvendo l’imprenditorialità accademica milanese e quali condizioni sono necessarie per trasformare prototipi e ricerca in nuove imprese ad alto impatto.

Intervista a Paolo Milani- Direttore del Dipartimento di Fisica (Università degli Studi di Milano)

Quali tecnologie Deep Tech sviluppate in MUSA ritiene pronte per diventare casi di successo industriale nei prossimi anni?

Considero particolarmente promettenti le tecnologie sviluppate nell’ambito della Space economy e, in particolare, quelle facenti capo alle telecomunicazioni ottiche per reti di satelliti. Nell’ambito di MUSA siamo riusciti a sviluppare numerose soluzioni innovative e a creare una start-up che sta finalizzando un round seed di investimento. Senz’altro si candida ad essere un caso di successo.

Come sta evolvendo l’ecosistema imprenditoriale accademico milanese e quale ruolo ha MUSA nel renderlo più competitivo a livello internazionale?

Il sistema universitario milanese sta acquisendo, nel suo complesso, una sempre maggiore consapevolezza dell’importanza del trasferimento tecnologico e ciò favorisce la crescita di un ecosistema imprenditoriale più maturo. Un obiettivo irrinunciabile è quello di creare legami stabili per lo sviluppo con il modo delle grandi aziende. Questo è un traguardo non ancora raggiunto che richiederà grandi sforzi e determinazione per il futuro.

Quali competenze o infrastrutture risultano oggi più decisive per attrarre investitori nel campo del Deep Tech?

Sono necessarie infrastrutture in cui sia possibile prototipare, validare e caratterizzare le soluzioni proposte per la creazione di impresa, senza infrastrutture deep-tech non c’è impresa deep tech. I laboratori ricerca accademici, per quanto ben attrezzati, sono possono bastare da soli.

Nel passaggio “da progetto PNRR a piattaforma stabile di innovazione”, quali sfide e opportunità vede per trasformare i prototipi in nuove imprese?

L’ opportunità è quella di svincolarsi da una dimensione accademica per transire ad una dimensione interamente industriale più adatta a dialogare con gli attori dell’innovazione. La sfida è quella di saper intercettare l’innovazione che viene dall’accademia per trasformarla in un prodotto ad alto valore economico e sociale.

Che tipo di collaborazione tra ricercatori, startup e PMI ritiene fondamentale nella fase post-PNRR?

Ritengo fondamentale la creazione di una filiera che sia governata dalla piattaforma MUSA. L’esperienza acquisita in fase PNRR dovrebbe essere il fattore abilitante per far dialogare proficuamente tutte le parti in causa.

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