Un progetto dell’Università Statale di Milano in ambito MUSA per spiegare in modo accessibile e visivo i concetti chiave dell’inclusione lavorativa, superando le barriere linguistiche e culturali

Un linguaggio più chiaro e accessibile per parlare di inclusione nel mondo del lavoro: è questo l’obiettivo del Glossario dell’Inclusione, il progetto di ricerca sviluppato all’interno dello Spoke 6 del programma MUSA, coordinato da un gruppo di studiose del Dipartimento di Diritto Privato e Storia del Diritto dell’Università Statale di Milano.

Il glossario, disponibile in open access, si propone di “spiegare in modo chiaro, ma mai semplicistico, alcuni termini legati all’inclusione nel contesto lavorativo, spesso usati impropriamente sia nel linguaggio comune sia nei media” spiega la ricercatrice Maria Cristina Degoli. “Si tratta di parole come mobbing, molestie, discriminazione, che molto spesso hanno travalicato i confini giuridici e legislativi nei quali sono inquadrate e vengono utilizzate senza che chi le pronuncia abbia davvero consapevolezza del loro significato legale e culturale”.

Per rispondere a questa sfida, il glossario adotta una struttura semplice e intuitiva, accompagnata da un layout grafico che aiuta nella comprensione dei contenuti. Ogni termine è accompagnato da una definizione chiara, una spiegazione della tutela legale prevista e un esempio concreto, inoltre gni voce è affiancata da una rappresentazione grafica pensata per rafforzare il messaggio anche a chi ha difficoltà linguistiche o cognitive.

“Abbiamo ideato dei piccoli human beings, due omini stilizzati che non hanno alcuna caratterizzazione di genere – continua Degoli -. Le caratteristiche dell’essere umano, come l’età, vengono rese graficamente con un accento di colore. Per esempio nella voce sulla discriminazione per età uno dei personaggi ha un bastoncino che richiama l’idea dell’età avanzata. Questo permette di associare in modo immediato immagine e concetto”.

Il progetto non si rivolge a bambini o adolescenti, ma a un pubblico adulto eterogeneo, con l’ambizione di superare barriere culturali e linguistiche grazie al potere della visualizzazione e di un linguaggio accessibile. “Abbiamo pensato anche a chi non parla bene l’italiano o l’inglese – aggiunge Degoli – e abbiamo accompagnato ogni voce con queste vignette, che aiutano chiunque a comprendere il contenuto in modo efficace”.

Il glossario sarà completato entro la fine del triennio di ricerca. “Stiamo ultimando la parte in inglese e definendo con il grafico lo script delle vignette, che compongono una mappa concettuale coerente. Il layout si ripete, per dare un ambiente familiare a chi consulta il glossario. Niente sovrastrutture che distraggano, solo contenuti chiari e accessibili”.