Intervista a Fabrizio Cobis, dirigente MUR: Per una collaborazione tra ricerca, imprese e finanziatori per un futuro sostenibile
Le risorse stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per i progetti di ricerca sono limitate e soggette a scadenza. Pertanto, è fondamentale favorire un dialogo efficace tra ricerca, imprese e finanziatori per assicurare la sostenibilità dei risultati raggiunti. Ne abbiamo discusso con Fabrizio Cobis, dirigente del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), durante il Terzo General Meeting di MUSA, per capire come affrontare questa sfida.
Dottor Cobis, quali iniziative sta promuovendo il MUR per rafforzare la sinergia tra ricerca e finanziatori dei progetti?
“Questo è uno degli aspetti più cruciali degli interventi attuali. La grande dimensione dell’investimento richiede non solo un utilizzo rapido, ma anche di qualità. Sappiamo che la scadenza è fissata a dicembre 2025, quindi tutte le attività devono concludersi sia tecnicamente che amministrativamente entro quella data. Ciò impone una stretta collaborazione tra due mondi che, storicamente, hanno spesso faticato a dialogare: i ricercatori e i gestori dei progetti.
Abbiamo compreso questa necessità fin dall’inizio, vedendo le regole e le scadenze del PNRR. Il nostro compito è favorire un dialogo costante tra queste due realtà, stimolando la comprensione reciproca delle rispettive regole, esigenze e percorsi. Ogni settore ha le sue peculiarità, ma devono lavorare in sinergia senza snaturarsi. Non è sempre facile, ma i risultati attuali mostrano che stiamo andando nella giusta direzione. Tuttavia, c’è sempre spazio per migliorare e progredire, e lavoriamo quotidianamente per mantenere questa rotta. Se non riusciamo a farlo, rischiamo di perdere un’opportunità non solo finanziaria, ma anche di trasformazione culturale per l’intero sistema della ricerca.”
L’Europa finanzia progetti come MUSA per circa tre anni. Come si possono gettare le basi affinché questi progetti possano proseguire autonomamente dopo il 2026?
“Le basi si gettano comprendendo le richieste e le lezioni che derivano dal PNRR. Questo piano ci chiede di lavorare in modo diverso, con un approccio più orientato ai risultati che agli adempimenti, e più focalizzato sugli obiettivi che sulle procedure. Imparare quotidianamente a operare in questo modo ci permetterà di costruire un terreno solido su cui basare le attività future. Sappiamo che le risorse finiranno, ma dobbiamo prepararci adeguatamente per non farci trovare impreparati.
Se tutti questi aspetti verranno messi in pratica fin da subito nell’attuazione dei programmi, riusciremo a garantire la continuità dei progetti anche dopo il 2026. Saper lavorare in maniera diversa è la chiave per proseguire autonomamente dopo la conclusione dei finanziamenti europei.”
L’intervento del dottor Fabrizio Cobis evidenzia l’importanza di una stretta collaborazione tra ricerca, gestione e finanziatori per il successo a lungo termine dei progetti finanziati dal PNRR. Solo attraverso un cambiamento culturale e operativo, il sistema della ricerca in Italia potrà affrontare le sfide future e garantire la sostenibilità dei risultati ottenuti.