La piattaforma di sostegno al paziente Mental Web vince la sfida di Hack the Mind

Evento di JEME Bocconi Studenti insieme alle Junior Enterprise milanesi JEMP, JEMIB e JECoMM

È il progetto ‘Mental Web’ il vincitore della sfida di ‘Hack the Mind’, l’innovativo hackathon organizzato da JEME Bocconi Studenti insieme ad altre tre Junior Enterprise milanesi (JEMP, JEMIB e JECoMM), nell’ambito del progetto MUSA e con il supporto di Deloitte Officine Innovazione. Si tratta di una piattaforma di sostegno al paziente che mira a facilitare il dialogo con diversi caregiver e specialisti, sviluppato da un team di 4 studenti dell’Università Bocconi.

I vincitori avranno l’opportunità di partecipare ad incontri dedicati con mentori di Deloitte Officine Innovazione, che li supporteranno nell’ulteriore sviluppo ed estensione dell’idea e del business model presentato. L’evento, svoltosi nei giorni 11 e 18 novembre, ha coinvolto numerosi studenti provenienti da diversi atenei, tra cui l’Università Bocconi, l’Università Bicocca, il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Milano, le quattro università partner del MUSA.

Con l’obiettivo di portare alla luce soluzioni pratiche e promettenti per migliorare i servizi offerti agli abitanti della città metropolitana di Milano, ai partecipanti è stato richiesto di affrontare le attuali problematiche che interessano 3 aree di rilevanza: il supporto ai caregiver, l’accesso ai servizi di salute mentale e il supporto ai professionisti medici. La sfida ha avuto inizio sabato 11 novembre presso le aule dell’Università degli Studi di Milano con un discorso inaugurale di Vittorio Biondi, Direttore Generale di MUSA Scarl, e diverse sessioni formative sulla disabilità e sui servizi relativi alla salute mentale in Italia, tenute dai docenti Alessandra Casarico, Professoressa di Public Economy presso l’Università Bocconi, Giuseppe Arconzo, Professore di Diritto Costituzionale presso l’Università degli Studi di Milano e Armando D’Agostino, Professore di Psichiatria presso l’Università degli Studi di Milano. A seguire, i consulenti di Deloitte Officine Innovazione hanno fornito ai partecipanti le conoscenze necessarie per strutturare ed elaborare il proprio progetto, illustrando principi e strumenti fondamentali per strutturare modelli di business innovativi.

Gli studenti, divisi in gruppi omogenei, hanno dunque iniziato i lavori e, durante la giornata, hanno avuto occasione di confrontarsi con più di 20 mentori provenienti da differenti contesti professionali come medicina, economia, consulenza, informatica e giurisprudenza, in aggiunta ai consulenti di Deloitte Officine Innovazione, che li hanno guidati nella ideazione e modellizzazione dei progetti.

In seguito ad una settimana di lavoro e di sviluppo della propria idea, le squadre si sono nuovamente riunite il 18 novembre presso gli uffici di Deloitte. La giuria, costituita da Licia Sbattella, Psicoterapeuta e Professoressa di Elettronica, Informazione e Bioingegneria presso il Politecnico di Milano, Silvia Salini, Professoressa di Data Science presso l’Università degli Studi di Milano, Silvia Zamboni, Professoressa di Management and Technology presso l’Università Bocconi, Giuseppe Carrà, Professore di Psichiatria presso l’Università Bicocca e da Gabriele Secol, Partner presso Deloitte Officine Innovazione, ha ascoltato e valutato le proposte dei partecipanti.

Le altre idee sviluppate dagli studenti hanno previsto applicazioni, software oppure spazi digitali con l’obiettivo di supportare uno specifico partecipante al sistema dei servizi sulla salute mentale. Tra i progetti, una piattaforma di supporto ai caregivers, uno spazio digitale per dialogare con psicologi e scrivere un diario dell’umore; una piattaforma di community per scambiare idee e opinioni alla pari; una piattaforma di mappatura dell’iter dei servizi in supporto alla salute mentale; un software con l’obiettivo di creare un ponte tra le aziende e le categorie protette.

Ad intervenire durante la giornata è inoltre Emma Titomanlio, Vicepresidente di JEME Bocconi, con i risultati di un’analisi condotta dall’associazione di consulenza su oltre 100 studenti, che mette in evidenza due dei maggiori ostacoli all’accesso ai servizi tra la popolazione studentesca: il costo, che viene ritenuto come il limite principale all’accesso ad un percorso con un professionista, e una scarsa conoscenza dei servizi di counseling offerti dalle università.

“‘Hack the Mind’ si rivela un passo in avanti nella diffusione della consapevolezza sulla salute mentale tra gli studenti universitari. Promuovendo lo spirito di iniziativa e di innovazione, l’hackathon è diventato un segno di come la collaborazione tra studenti, aziende e istituzioni possa permettere di sviluppare soluzioni brillanti e concrete. Mi ha colpito molto la ricchezza delle proposte e la varietà delle tematiche presentate dai ragazzi – afferma Alessandra Casarico, che ha supervisionato l’organizzazione dell’evento –così come il tentativo di sfida sulla popolazione più giovane, che è quella a cui appartengono gli studenti, e sulla quale c’è probabilmente una sensibilità più forte”.

“La collaborazione con il MUSA rappresenta un’importante occasione per noi associati di JEME – sono le parole di Matteo Angelo Normanno e Emma Titomanlio, rispettivamente Presidente e Vicepresidente dell’associazione di consulenza dell’Università Bocconi – L’iniziativa ci ha permesso non solo di rivolgere l’attenzione a delle tematiche di cui si parla sempre più spesso tra giovani, ma soprattutto di sensibilizzare la nostra generazione sull’attualità dei servizi e sulla nostra responsabilità nei confronti del cambiamento e dell’innovazione”.