Moda sostenibile: il 53% delle piattaforme Ue è in Italia, il 35% ha un livello di alta rilevanza per Milano
Activity report MUSA, indagine per fornire best pratctices replicabili sul territorio meneghino
Oltre la metà delle piattaforme europee in materia di moda sostenibile ha sede in Italia, e il 35% ha un’alta rilevanza per la città metropolitana di Milano, mentre il 28% rilevanza media e il 37% bassa. E ancora, nella sfida della moda sostenibile il 47% delle piattaforme mappate hanno un raggio d’azione geografico globale. Lo dice il MUSA Activity report: un’analisi sul tema che ha fotografato la situazione aggiornata a luglio scorso, raccogliendo i dati relativi al periodo marzo-giugno 2023.
L’indagine è partita dalla raccolta di 57 piattaforme sul territorio europeo che hanno la sostenibilità come centrale nel modello di business. Nella costruzione del campione si è deciso di focalizzare l’attenzione sulle piattaforme che potessero fornire degli esempi di best practices replicabili nell’Area Metropolitana di Milano.
Chi ha svolto l’indagine: Il gruppo di lavoro impegnato nell’analisi si è avvalso dell’esperienza di ricercatori come Francesca Boni, Francesca Romana Rinaldi e Elena Scoccianti dell’Università Bocconi, a cui sono stati forniti feedback dal gruppo di lavoro allargato composto da Daniel Trabucchi, Tommaso Bruganza, Silvia Gadola e Gianluca Tedaldi del Politecnico di Milano. Francesca Boni è anche fondatrice de ‘Il vestito verde’, portale che consiglia marche, brand e negozi di abbigliamento orientati alla produzione e alla vendita di abiti nel senso della sostenibilità.
I dati sono stati raccolti tramite i siti web delle piattaforme e le corrispondenti pagine LinkedIn: il 53% è risultato avere sede nel nostro Paese, il 42% dedicate alla fornitura di servizi, il 16% di natura informativa, così come le piattaforme di prodotti ed eventi. Le piattaforme di materiali sono una minoranza (10%). La mappatura ha incluso 14 parametri, ovvero: link al sito web, nazionalità, anno di fondazione, presenza o meno di finanziamenti pubblici, tipologia di piattaforma (informativa, di servizi, di materiali, di prodotti, eventi), la sotto-tipologia, il livello di rilevanza per la città metropolitana di Milano, il raggio d’azione geografico, la gratuità della partecipazione, la trasparenza dei risultati, il focus sulla sostenibilità, quello sulla circolarità e quello focus settoriale; e infine la priorità per le piccole medie imprese.
L’indagine ha portato a risultati che saranno la base per la creazione di una piattaforma digitale e fisica per la valorizzazione della sostenibilità nel settore della moda con focus sulla città di Milano. Il primo dato che salta all’occhio è che dal 2017 c’è stata crescita notevole delle piattaforme di moda sostenibile sul territorio europeo, con picchi nel 2018 e nel 2020, ed è possibile che la Strategia Ue per la Moda Sostenibile e Circolare, pubblicata il 30 marzo 2022 e la successiva Textiles Transition Pathway porti a ulteriori picchi in futuro. L’86% delle piattaforme mappate non ha ricevuto fondi pubblici, e ciò dimostra la possibilità di creare una piattaforma collaborativa che supporti gli stakeholders esistenti e che porti alla creazione di nuovi business nel settore, dato rilevante per l’autonomia della piattaforma MUSA.
Tra le best practice del settore svetta Centrinno, ‘New CENTRalities in INdustrial areas as engines for inNOvation and urban transformation’ che ha come obiettivo principale la rigenerazione delle aree urbane storiche e dei siti culturali in hub di imprenditorialità e di integrazione sociale e culturale. È stato finanziato dal programma Horizon 2020, nel quadro di ricerca e innovazione 2014 – 2020, nell’ambito della call H2020-SC5-20-2019 che ha ad oggetto Transforming historic urban areas and/or cultural landscapes into hubs of entrepreneurship and social and cultural integration.
Un progetto – iniziato nel 2020 e che terminerà nel 2024 - che connette le PMI con il territorio locale attraverso l’utilizzo di strutture per la rigenerazione urbana. Rilevante per il progetto MUSA l’azione di Centrinno su Milano, che consiste nella valorizzazione dell’area Ex-Ansaldo.
Di grande impatto anche la realtà di Fashion for Good di Amsterdam, per il coinvolgimento delle imprese del settore nel processo di investimento, per aumentare i finanziamenti e la diffusione della conoscenza, delle buone pratiche e dell’innovazione; rilevante dunque per l’interconnessione di Milano con altre città europee.
E ancora, Small but Perfect, progetto cofinanziato dal Fondo Europeo programma COSME della Commissione Europea che nasce al fine di creare un ambiente di accelerazione delle PMI nell’economia circolare del settore moda attraverso il ruolo della “Business Support Organization” (organizzazione di supporto alle imprese) con lo scopo di promuovere “toolkit” a supporto della transizione circolare delle piccole e medie imprese del settore tessile abbigliamento. Tra i partner del progetto Università Bocconi, Università di Atene, Fashion Revolution Global.
In base all’analisi svolta, sono stati identificati gli elementi chiave per la costruzione della piattaforma, a partire dalla circolarità e innovazione, come missione-obiettivo e approccio al lavoro per MUSA. Ma anche matchmaking, per la creazione di un punto di riferimento per grandi aziende, PMI, acceleratori, studenti, cittadini e istituzioni per moda, lusso e design circolari e sostenibili. E ancora collaborazione, non competizione, per evitare di sovrapporsi a progetti esistenti e piuttosto supportando gli stakeholders già attivi sul territorio locale; istruzione, per sfruttare il ruolo centrale delle Università nell’ecosistema circolare per raccogliere, elaborare dati e sensibilizzare, proponendo contenuti per pubblici e bisogni diversi.
Ma soprattutto impegno civico e rigenerazione urbana, partendo da un forte legame con l’amministrazione comunale di Milano e rafforzando la comunità già esistente sulla moda sostenibile e circolare. Sarà fondamentale promuovere la diffusione di touchpoint fisici ed eventi in città per restare in contatto con i cittadini e coinvolgerli nella rivoluzione circolare, con la volontà di essere protagonista della rigenerazione urbana di Milano.