L'editoriale del Direttore di MUSA Vittorio Biondi La prossima fase dell’ecosistema come passaggio da sperimentazione finanziata a piattaforma permanente di innovazione urbana sostenibile
MUSA è nato a Milano come risposta a una trasformazione profonda, non come esercizio teorico né come semplice progetto di ricerca. È nato dentro una città e una regione chiamate a misurarsi con la complessità della transizione ambientale, economica e sociale, sostenute dal PNRR e dalla visione del Ministero dell’Università e della Ricerca. In questi anni MUSA ha dimostrato che un ecosistema pubblico-privato, se ben orchestrato, può produrre conoscenza, sperimentazione e impatto senza perdersi nella frammentazione. La prossima fase non è dunque una ripartenza, ma un passaggio alla maturità.
I numeri raccontano una storia solida: oltre 110 milioni di euro stanziati, più di 120 linee di ricerca, una comunità di ricercatori ampia e multidisciplinare, decine di partner pubblici e privati, una produzione scientifica rilevante e una presenza costante nei luoghi in cui l’innovazione si discute e si costruisce, anche a livello internazionale. Ma il valore di MUSA non si misura solo in output: esso sta soprattutto nell’aver creato uno spazio di collaborazione reale tra università, imprese, pubbliche amministrazioni e società civile, capace di tenere insieme rigore scientifico, sperimentazione sul campo e attenzione alle ricadute sociali.
La struttura a sei Spoke ha permesso di affrontare la sostenibilità urbana come fenomeno multilivello: dalla rigenerazione urbana ai big data per le scienze della vita, dal deep tech alla finanza sostenibile, dalla moda e design responsabili fino all’innovazione per società inclusive. Questa articolazione ha funzionato perché non è rimasta compartimentata, ma ha favorito innumerevoli contaminazioni e convergenze. Nel corso di questi tre anni il progetto iniziale è evoluto mettendo in mostra una vitalità del tutto coerente con lo spirito originario del PNRR.
Il superamento della struttura per Spoke e l’adesione nell’anno conclusivo del progetto dei due nuovi partner accademici (Università Cattolica e LIUC) ne sono chiare conferme. È proprio da qui che nasce la sfida della prossima fase: preservare questa ricchezza evitando la dispersione.
Il lavoro di ascolto dei partner e degli stakeholder dell’ecosistema svolto da settembre ha restituito un’indicazione chiara: MUSA è riconosciuto come un luogo credibile di integrazione ma, per fare un salto di scala, deve scegliere. Continuità della missione, governance efficace, focalizzazione e ingaggio strutturato non sono slogan, bensì condizioni necessarie per trasformare un progetto nato dal PNRR in un’infrastruttura permanente di innovazione. Significa dotarsi di una cabina di regia snella, con capacità decisionale operativa, e concentrare energie e risorse su un numero ridotto di progetti “champion”, in grado di generare impatto misurabile e riconoscibilità anche fuori dai confini locali.
In questo percorso, lo stesso ruolo delle imprese è destinato a cambiare. Non più soltanto interlocutori o beneficiari indiretti della ricerca, ma co-investitori e partner di problem solving, coinvolti in modo strutturato lungo tutta la filiera che va dall’ideazione all’implementazione. Allo stesso tempo, le comunità attive sul territorio e gli enti del terzo settore devono acquisire un ruolo da co-protagonisti del processo. La sostenibilità urbana si gioca anche nella capacità di co-progettare con chi rappresenta i bisogni sociali, traducendo l’innovazione in soluzioni accessibili e trasferibili alla società.
I tre pilastri su cui costruire il futuro di MUSA delineano una traiettoria chiara. Il modello pubblico-privato ha dimostrato di funzionare e di poter essere replicato, perché valorizza tutti gli attori senza sovrapposizioni né conflitti di interesse. La specializzazione tematica sulla sostenibilità urbana multistrato offre una differenziazione competitiva rispetto ad altri ecosistemi, in linea con le priorità della Strategia di Specializzazione Intelligente della Lombardia e dell’agenda europea. Il capitale umano sviluppato dai partner dell’ecosistema, infine, rappresenta l’asset più prezioso: competenze scientifiche, reti consolidate e processi di governance che rendono l’ecosistema pronto a scalare a livello nazionale ed europeo.
La value proposition di MUSA va letta in questa prospettiva. Non una piattaforma che offre una singola tecnologia, ma un’infrastruttura agile che abilita collaborazioni, integra competenze e risorse, promuove progetti pilota e diffonde buone pratiche di innovazione nella sostenibilità urbana. Un approccio interdisciplinare che tiene insieme tecnologia, dimensione sociale, finanza e design, e che trova forza proprio nella capacità di mettere in relazione mondi diversi.
Guardando all’orizzonte operativo del prossimo triennio, la scansione delle fasi vede prima la condivisione del progetto, per allineare visioni e aspettative, e il lancio, per rendere visibile e riconoscibile il nuovo posizionamento. Lo sviluppo e il consolidamento serviranno quindi a dimostrare che MUSA può sostenersi anche oltre la spinta iniziale del PNRR, attraverso modelli economici attivabili con gradualità e una progettualità capace di attrarre nuove risorse sia pubbliche che private.
Se c’è una lezione che MUSA lascia in eredità al dibattito sull’innovazione urbana è che la sostenibilità non si costruisce per addizione di iniziative, ma per integrazione di visioni. La prossima fase sarà decisiva proprio per questo: trasformare un’esperienza di successo in un’infrastruttura leggera, ma stabile e capace di accompagnare Milano e la Lombardia – e non solo – nelle sfide che verranno. Non più un progetto che risponde al cambiamento, ma un ecosistema che lo anticipa e lo promuove.