Il progetto dell'Università di Milano Bicocca analizza le differenze di genere nell'istruzione e propone interventi per favorire l'uguaglianza nelle materie STEM.

Analizzare le differenze di genere nelle scuole italiane e ridurre il divario tra uomini e donne partendo dai più giovani: questo è l’obiettivo del progetto “Promotion of Gender Equality in Education: Analysis, Interventions, and International Perspectives”, presentato durante il Terzo General Meeting dalla dottoressa Erika Grammatica, ricercatrice dell’Università di Milano Bicocca.

“Il nostro gruppo di lavoro promuove la parità di genere non solo nell’istruzione, ma anche all’interno della società”, spiega la ricercatrice.

“Lo facciamo attraverso la ricerca scientifica e azioni concrete sul territorio. Ci siamo chiesti quando inizia a emergere la differenza di genere nell’istruzione e, grazie ai dati INVALSI di italiano e matematica, abbiamo scoperto che il gender gap esiste già a partire dalla scuola primaria. I maschi tendono a ottenere risultati migliori in matematica, mentre le femmine eccellono nelle materie umanistiche. Questa differenza di genere – prosegue Grammatica – purtroppo si amplia quando analizziamo gli stessi dati INVALSI delle scuole superiori. Consapevoli che questo divario emerge già nella scuola elementare, e avendo nel nostro gruppo di lavoro delle pedagogiste, siamo entrati nelle scuole per promuovere la parità di genere e cercare di avvicinare tutti i generi alle materie STEM“.

Sono state sviluppate attività per bambini dai 3 agli 11 anni nelle scuole milanesi. “Inizialmente, abbiamo cercato di rilevare gli stereotipi di genere all’interno delle classi. La metodologia utilizzata è stata quella di chiedere ai bambini di disegnare, partendo da una sagoma, ciò che volevano. Lo stereotipo di genere più frequente è stato legato al colore (rosa per le femmine, colori scuri per i maschi), ma anche alla presenza di accessori come la borsetta per le ragazze e i fucili per i ragazzi. Successivamente, abbiamo letto insieme a loro libri che decostruissero questi stereotipi.

Ad esempio, abbiamo raccontato la storia di un bambino di nome Alberto che gioca con un camion, ma che vede una bambola in una stanza e decide di voler giocare anche con quella. Abbiamo poi discusso con i bambini sulla libertà di scelta nei giochi. In un secondo momento, abbiamo introdotto il tema del consenso: se si vuole giocare con un’altra persona, è necessario avere il suo consenso per farlo. Con i bambini di quinta elementare, abbiamo presentato dei cartelloni raffiguranti scienziate o donne che lavorano in campo STEM, analizzando le loro biografie e chiedendo agli studenti se, secondo loro, esistono lavori ‘maschili’ o ‘femminili” e quali aspettative hanno per il loro futuro”.

Infine, per offrire una prospettiva internazionale, è stata analizzata l’evoluzione delle disparità di genere nei Paesi europei nei settori dell’educazione, del lavoro e della finanza. “Da questa analisi è emerso che l’Italia si trova nel quadrante peggiore, dove la partecipazione delle donne al mondo del lavoro, alla formazione e l’accesso alle risorse finanziarie sono ancora bassi rispetto agli uomini. Tuttavia, guardando ai dati degli ultimi dieci anni, si osserva una leggera risalita verso i quadranti migliori, anche se siamo ancora lontani dalla parità di genere”.

La dottoressa Grammatica sottolinea che l’obiettivo di replicabilità di questo progetto è quello di estendere l’intervento oltre la provincia di Milano, coinvolgendo altre aree del Paese. Inoltre, verrà realizzato un podcast sulle attività svolte nelle scuole, in cui verranno illustrati i risultati ottenuti e le possibili applicazioni in altre realtà scolastiche.