Un nuovo paradigma per tracciabilità, sostenibilità e lotta alla contraffazione.
Il progetto TRAC3S, ovvero “Integrating luxury sector’s supply chain with Web 3.0 technologies,” si propone di trasformare il settore del lusso con un’innovativa proposta presentata durante il Terzo General Meeting di Musa. Questo progetto mira a ripensare la catena di fornitura del lusso grazie alle tecnologie del Web 3.0.
“La tracciabilità, la sostenibilità, la comunicazione e la contraffazione dei prodotti di lusso sono stati il centro del nostro progetto,” spiega Giulia Rossi, assegnista di ricerca presso l’Università Statale di Milano. Rossi ha presentato il progetto durante l’incontro, sottolineando come il progetto si sviluppi in nove step che ripensano l’intera catena produttiva. Questo processo inizia con la produzione e include il mining di NFT associati biunivocamente ai prodotti, che vengono poi rilasciati al consumatore attraverso metodologie varie e immersive.
Una volta acquistato il prodotto, il consumatore finale può vivere un’esperienza di prevendita che permette di entrare in contatto con tutte le caratteristiche del prodotto in termini di tracciabilità e sostenibilità. Quando il prodotto arriva nelle mani dell’acquirente, è dotato di un’etichetta intelligente che consente di accedere a informazioni dettagliate sulla tracciabilità, sostenibilità e originalità dell’acquisto e delle sue componenti. Questo processo è supportato dall’applicazione TRAC3S, un applicativo basato su tutte le funzionalità delle tecnologie Web 3.0 sviluppato in collaborazione con un provider tecnologico.
Il progetto TRAC3S ha un impatto significativo in termini di sostenibilità, tracciabilità e lotta alla contraffazione. Questo è particolarmente rilevante poiché i nuovi consumatori del lusso sono spesso giovani e molto interessati a queste nuove tecnologie applicate al settore del lusso, che si presta bene all’introduzione di tali innovazioni.
Per quanto riguarda l’etichettatura del prodotto, Rossi spiega che il sistema è biunivoco e funziona su una blockchain non energivora sviluppata presso l’Università Statale di Milano. Questo sistema è quasi a zero dispendio energetico e l’idea è che l’NFT e il prodotto continuino a comunicare tra loro, garantendo la tracciabilità e l’unicità del prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita, inclusa la possibile rivendita nel mercato second brand.