Innovazione tecnologica: per l’88% degli italiani aiuta le imprese e migliora la vita, ma attenzione al divario sociale

Il sondaggio di Ipsos per Maker Faire Rome su 4mila persone, tra Italia, Germania, Francia e Usa

Grande fiducia degli italiani nei prodigi dell’innovazione tecnologica. Per l’88 per cento, intervistato da Ipsos per Maker Faire Rome – su un campione di 4mila persone provenienti da Italia, Germania, Francia e USA – il cambiamento apportato in ambito tecnologico ha aiutato in modo deciso l’attività imprenditoriale e produttiva, agevolando la crescita non solo delle grandi imprese, ma anche delle piccole aziende (29%).

Non solo, nella platea internazionale gli italiani si sentono più competenti con le nuove tecnologie rispetto a francesi, tedeschi e americani. Lo scenario in questo ambito ha mutato radicalmente il modo di informarsi, di viaggiare, di fare la spesa, ma ha anche aumentato le differenze sociali tra Paesi ricchi e poveri, tra anziani e giovani, tra manager e lavoratori.

L’indagine Ipsos per Maker Faire Rome, la manifestazione promossa e organizzata dalla Camera di Commercio di Roma in programma dal 20 al 22 ottobre, ha messo in luce l’impatto positivo dell’innovazione. La ricerca si chiama infatti ‘Innovation impact’ (Effetti, impatto e futuro dell’innovazione tecnologica) e mette in luce anche il giudizio delle imprese per le quali l’innovazione tecnologica è stata – e continuerà ad esserlo – un grandissimo driver di trasformazione.

Dall’indagine emerge come gli italiani si percepiscono come più competenti, in ambito informatico e digitale, rispetto ai cittadini degli altri Paesi (America, Francia e Germania): 6,7 il voto medio contro il 6,2 dei cittadini degli altri Paesi. L’esistenza quotidiana, grazie alla tecnologia, per gli italiani è diventata più facile e intensa, ma anche più stressante e isolata. Valutazioni simili negli altri Paesi, con alcune accentuazioni. Per gli americani oltre alla semplificazione esistenziale la tecnologia ha reso la vita anche più asfissiante, noiosa e isolata. Per i francesi alla facilità, la tecnologia ha portato con sé dosi di leggerezza, ma anche di stress e ha reso l’esistenza più povera. I tedeschi sottolineano leggerezza e intensità, ma puntano il dito su isolamento, impoverimento esistenziale e stress.

Ma quali sensazioni suscita il rapporto tra persona e innovazione tecnologica? I sentimenti appaiono contrastanti: in Italia dipendenza (39%) e fiducia (37%) vanno di pari passo. Ma anche serenità (29%), attesa (24%) e facilità (22%). Negli Usa dominano fiducia e felicità (42%), mentre tra i francesi primeggiano dipendenza (43%) e incertezza (25%). In Germania, come nel Bel Paese, le sensazioni maggioritarie sono quelle che oscillano tra fiducia (38%) e dipendenza (36%): tra i tedeschi c’è anche un senso di spaesamento (21%), mentre negli Usa incontriamo il dato più elevato di ansietà (20%). Ma nel saldo tra gli aspetti della vita quotidiana che la tecnologia ha migliorato o peggiorato, per tutti i cittadini dei vari paesi, il giudizio è molto positivo sull’informarsi, sul sapere e la conoscenza, sul fare shopping e sulla gestione dei propri trasporti e della mobilità.

Nel rapporto tra innovazione tecnologica e società l’impatto si rivela diverso. Più pernicioso il quadro degli effetti sociali: per italiani, tedeschi e francesi l’innovazione tecnologica ha aumentato il divario tra paesi ricchi e poveri, tra giovani e anziani e tra ceto medio e ceti popolari. Gap maggiori tra le persone per il livello di istruzione sono segnalate in Germania (63%), mentre tra manager e lavoratori sono poste in evidenza in Italia (47%). La tecnologia, infine, per gli americani, ha acuito le distanze tra uomini e donne (40%).

Dal punto di vista della relazione tra inclusione ed esclusione sociale, in tutti i paesi i cittadini segnalano che le innovazioni tecnologiche hanno aumentato i tassi di esclusione sociale. A segnalare questa valutazione sono in primis i francesi (74%), seguiti dagli italiani (64% i primi, 60% i secondi). Più bassi, ma pur sempre oltre la metà delle popolazioni, i dati in Usa e Germania (rispettivamente 56 e 54%). Decisamente più positive sono le valutazioni sull’impatto che l’innovazione tecnologica ha avuto per le imprese.

E ancora, giudizio molto positivo su IoT, robotica collaborativa – per tutti, esclusa la Germania – Big Data Analytics – eccetto Francia – e manifattura additiva. Ma soprattutto grandi aspettative sui prodigi dell’Intelligenza artificiale, in particolare in Italia, vista come una tecnologia in grado di migliorare la vita quotidiana, mentre questa percezione è più attenuata negli altri Paesi oggetto della rilevazione. La maggioranza dei cittadini ritiene che nei prossimi 10 anni, l’Intelligenza artificiale sarà un elemento fondamentale o comunque importante della vita quotidiana (84% in Italia) e migliorerà soprattutto le possibilità di informarsi, di accrescere le proprie conoscenze, la gestione dei trasporti e della mobilità – eccetto USA-, la gestione della salute, lo shopping – eccetto la Germania -, il fare impresa, eccetto Italia e Francia.

Infine grande sensibilità rispetto alle tematiche green. Le nuove tecnologie avranno un impatto positivo, a livello ambientale, soprattutto sulle fonti rinnovabili, gli sprechi alimentari e una catena alimentare sostenibile, anche se tendenzialmente i cittadini non si aspettano particolari e significativi cambiamenti su questo fronte. In relazione alle imprese, il futuro ruolo delle innovazioni tecnologiche, porterà processi produttivi più efficienti (34% in Italia, 49% in Germania e 40% in Usa), minori costi di produzione (32% in Italia, 35% in Germania), organizzazione del lavoro più efficiente (32% in Italia, 44% in Germania).