L'innovazione della Blockchain nella filiera produttiva: opportunità e sfide

Si è tenuto negli scorsi giorni un importante workshop presso l’Università Bocconi sul tema “Decentralizzazione delle Attività d’Impresa: aspetti tecnologici, giuridici e finanziari“, un panel di esperti che ha analizzato le sfide e le opportunità offerte per innovare l’organizzazione d’impresa mediante l’utilizzo delle tecnologie a registri distribuiti e in particolare della blockchain. Per meglio comprendere le novità apportate dall’evento, abbiamo intervistato uno dei relatori principali, Claudio Tebaldi, direttore Fintech Lab e docente in Quantitative Methods for Economics, Finance and Insurance che nell’ambito del progetto MUSA opera nello Spoke 4.

Professor Tebaldi, cosa si intende per decentralizzazione delle attività di impresa?

La cosiddetta decentralizzazione viene solitamente associata all’attività che si svolge tramite la blockchain, un sistema decentralizzato che aggiorna, a seconda delle regole crittografiche, una rete di computer. Ad esempio, si parla di finanza decentralizzata quando le attività gestite dalla rete riguardano i sistemi di pagamento o le operazioni finanziarie, come ad esempio accade nelle reti associate alle criptovalute. La novità della ricerca che stiamo conducendo è che si propone di utilizzare la blockchain per consolidare le reti di imprese. L’obiettivo è dunque quello di utilizzare questa tecnologia non tanto per innovare la finanza dei mercati quanto piuttosto per ottenere una migliore gestione generale delle reti di imprese e del loro finanziamento.

Di cosa parliamo quando ci riferiamo alle reti di imprese?

Come è ormai noto, la produzione dei beni di consumo non avviene per singole imprese ma tramite le filiere. Queste non sono altro che reti di imprese che si coordinano per produrre in modo più efficiente. La rete di impresa è nei fatti già ‘decentralizzata’ ed è esposta a shock di varia natura che possono limitarne l’operatività.  Noi analizziamo le modalità di utilizzo di queste nuove tecnologie, le blockchain, per migliorare per rendere più resilienti queste reti. E’ un potenziale utilizzo noto ai tecnici che spesso è stato considerato come un’attività meno interessante rispetto alle applicazioni dedicate alle attività più strettamente legate al trading delle criptovalute.

L’utilizzo della blockchain dunque per migliorare l’organizzazione della produzione.

Queste modalità di gestione tramite blockchain possono migliorare il funzionamento dei distretti che costituiscono l’ossatura dell’economia italiana, europea e continentale che ben conosciamo. L’idea è quella di costruire un ‘gemello digitale’ della filiera il cui funzionamento ha molte similitudini con le organizzazioni che nell’ambito delle cripto-attività vengono chiamate DAO, ovvero Decentralized Autonomous Organization. La DAO è un’innovativa struttura organizzativa che funziona in maniera autonoma e decentralizzata, utilizzando regole di governance basate sul voto degli aderenti e la trasparenza della tecnologia blockchain per aumentare la fiducia e l’efficienza nelle attività di rete. Purtroppo, queste organizzazioni sono spesso nate e cresciute al di fuori delle normative in essere. Questo ovviamente genera dei rischi e di limitazioni.

E’ dunque necessario introdurre nuove leggi per regolarle?

Il primo risultato del progetto di ricerca che abbiamo presentato è un contratto redatto secondo le regole vigenti che può essere utilizzato da una rete di impresa che voglia utilizzare questa modalità decentralizzata di collaborazione tramite blockchain per prendere decisioni e svolgere la propria attività di coordinamento. Esistono già migliaia di reti di imprese in Italia ma non funzionano come le DAO. Questo nuovo contratto permette agli aderenti alla rete di interagire tramite la modalità di voto su blockchain ma anche di essere coerente e compatibile con quanto previsto dal contratto di rete dall’ordinamento giuridico vigente. Naturalmente ci sono delle discussioni per capire come declinare le regole correnti con il regolamento che disciplina le DAO tecnologiche, per decidere cosa può fare o non può fare la rete in base alla normativa corrente.

C’è un caso concreto su cui vi siete concentrati?

Si, un utilizzo particolarmente interessante e promettente su cui stiamo lavorando è quello in relazione alla necessità di migliorare il coordinamento alle politiche di sostenibilità, sociale e di governance delle imprese lungo la filiera.