Il progetto che studia come le disuguaglianze digitali persistano nonostante l'aumento dell'accesso tecnologico post-pandemia

La diffusione tecnologia è ampiamente cresciuta in seguito alla pandemia da Covid-19. Basti pensare all’utilizzo dei sistemi di videochat oppure all’utilizzo delle piattoforme di film in streaming che hanno avuto un’enorme cresciuta in questi ultimi anni. Non sappiamo però questa crescita abbia intaccato tutte le famiglie allo stesso modo. Le misure di distanziamento sociale infatti hanno coinvolto tutta la popolazione ma si è partiti dal presupposto che l’adozione teconologica sia aumentata tra le mura domestiche in seguito, per esempio, all’adozione dello smartworking.

“Abbiamo voluto analizzare se c’è una relazione tra mancata adozione tecnologica delle famiglie e condizione economica, osservando di che tipo di relazione si tratta per le famiglie che dichiarano di essere in disagio economico” ha spiegato Claudia Zola, assegnista dell’Università degli Studi di Milano durante la presentazionen del progetto che analizza i cambiamenti dell’adozione digitale da parte delle famiglie in seguito alla pandemia.

“Abbiamo assegnato due modelli.” continua Zola. “Uno base dove cerchiamo di stimare la relazione generale e uno osserviamo se questa digitalizzazione ha coinvolto tutti gli strati sociali. Le variabili sono il mancato accesso a internet e la mancanza di un apparecchio come un computer”. L’analisi è stata sviluppata in sei paesi europei.

I risultati sostengono che c’è in effetti una relazione significativa tra mancato accesso tecnologico e digitalizzazione delle famiglie e condizione economica. A seguito del Covid c’è stato un incremento della digitalazzazione che ha ridotto le differenze, ma per le famiglie in difficoltà economiche questo è aumentato esponenzialmente. “L’adozione a internet per questi casi è aumentato di quasi il 10% mentre sull’aquisto del computer non c’è quasi per nulla un aumento, questo è dovuto al fatto che queste tecnologie portano bisogni molto diversi”. La dottoressa Zola sostiene che “l’acquisto di un computer deriva da bisogni lavorativi, il lieve aumento è dovuto sia a cambiamenti di lavoro sia al fatto che il nucleo familiare è stato costretto a cambiare la propria condizione lavorativa. Per le famiglie povere questo effetto non c’è perché la digitalizzazione è dovuta alle high skill education tipiche di non è in difficoltà economica”.

Il progetto Technology access for poor households in six European countries after Covid-19 pandemic crisis si è distinto per il rigore analitico e la notevole rilevanza dei problemi trattati con riferimento alla digitalizzazione delle fasce di popolazione più deboli. Per questo motivo è stato premiato durante il terzo General Meeting di MUSA nella categoria “Digital transformation”.