MUSA alla Milano Digital Week con il questionario sull’educazione digitale, da novembre nelle scuole

Rivolto ai ragazzi dagli 8 ai 13 anni e ai genitori, dall’utilizzo dello smartphone ai social

MUSA sarà protagonista alla Milano Digital Week, in programma dal 5 al 9 ottobre, con il lancio ufficiale del suo questionario dedicato al Patto educativo per il benessere e la sicurezza digitali nel Comune di Milano per genitori e studenti. Un progetto ambizioso frutto di varie fasi – esplorativa, partecipativa, consultiva e diffusiva – che segnano un importante passo avanti nella missione di MUSA connessa al miglioramento dell’esperienza educativa e relazionale online per tutti gli attori coinvolti. Lo scorso anno, sempre nella cornice della Milano Digital Week, MUSA aveva raccontato le varie fasi del progetto che attraverso dei focus group avviati negli ultimi mesi ha portato alla creazione del questionario. Domande ad hoc sui dispositivi digitali, dall’età in cui si inizia a utilizzare lo smartphone a quella in cui si entra per la prima volta nel mondo dei social.

Dopo la presentazione ufficiale del questionario il prossimo 9 ottobre, da novembre verrà somministrato nella rete delle scuole di Milano, a studenti tra gli 8 e i 13 anni e ai loro genitori. Le risposte porteranno poi all’elaborazione di un Documento di raccomandazioni sulle buone prassi in ambito di educazione digitale, che terrà conto anche delle attività svolte nei focus group. I partecipanti alla Milano Digital Week saranno i primi a sperimentare il questionario e a contribuire al futuro dell’istruzione digitale.

Un’attività legata alle iniziative già avviate del progetto Patti Digitali lanciato dall’Università di Milano-Bicocca per rispondere all’esigenza, sempre più sentita da molte famiglie di preadolescenti, su come gestire il rapporto dei figli con il mondo online e l’utilizzo dello smartphone. Patti Digitali riunisce Il Centro di Ricerca “Benessere Digitale” dell’Università di Milano-Bicocca e tre associazioni attive nel campo dell’educazione consapevole all’uso dei media (MecAiart Milano e Sloworking). Ne sono promotori Marco Gui, professore associato, docente di Sociologia dei Media, Università di Milano-Bicocca, Brunella Fiore, ricercatrice, docente di Sociologia della Famiglia, Università di Milano-Bicocca, Marco Grollo, educatore, formatore e fondatore Associazione Mec, Stefania Garassini, presidente Aiart Milano e docente Content Management Università Cattolica di Milano, Simone Lanza, insegnante di scuola primaria, dottorando presso il Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione, Università di Milano-Bicocca, Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta, scrittore e ricercatore dell’Università Statale di Milano. Il coordinamento del progetto è affidato a Silvana Loffredo, associazione Sloworking.

Sulla piattaforma è possibile trovare principi guida, un vademecum, una consulenza gratuita e materiali per l’educazione digitale dei propri figli. Parallelamente sono stati avviati patti legati alle regioni e ai comuni, e in questo caso MUSA si sta dedicando al Patto digitale città di Milano. La ricerca partecipata è il cuore pulsante dell’approccio di MUSA. Si tratta di un processo di coinvolgimento attivo di genitori, studenti, insegnanti e altri stakeholder nel processo decisionale riguardo all’istruzione digitale. Questa metodologia garantisce che le voci di coloro che sono direttamente coinvolti nell’educazione siano ascoltate e che le soluzioni siano costruite insieme. Il progetto sul Patto educativo digitale ha avuto una prima fase operativa che si è concentrata sull’ascolto di 109 genitori, 175 bambini/ragazzi e 20 insegnanti di 5 istituti comprensivi selezionati in diverse aree della città, con diverso background socio-economico, pubbliche e paritarie.

La fase successiva, quella partecipativa, è stata contraddistinta da eventi pubblici e discussione in tre incontri declinati su aspetti socio-psico-pedagogici, sanitari, normativo/legislativo. Ancora, il ciclo consultivo con il questionario allargato a genitori, bambini/ragazzi e insegnanti che terminerà con la fase diffusiva, attraverso la presentazione pubblica del documento di raccomandazioni che farà da modello per l’educazione digitale dei ragazzi.